La Giunta delle elezioni a maggioranza ha votato a favore della
decisione di proporre all'assemblea del Senato la decadenza di Silvio
Berlusconi da senatore. La decisione assunta in camera di consiglio e'
stata letta dal presidente Dario Stefano.
Il senatore Schifani capogruppo del PDL ha dichiarato : "Peggio del previsto. Il copione era stato gia' scritto e se ne
conosceva la trama ma si e' andati oltre ogni limite di tollerabilita'".
La seduta, che si è aperta nella sala Koch di Palazzo Madama con un minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia di Lampedusa
è subito iniziata con delle schermaglie quando il presidente Dario
Stefano ha respinto una pregiudiziale avanzata da parte di una
componente della Giunta, Elisabetta Alberti Casellati (Pdl), non essendo
consentite in questa fase. "Non le lascio la parola" ha tagliato corto
Stefano, citando i poteri che gli derivano dal Regolamento
dell'organismo.
Stefano ha quindi svolto un excursus tecnico e riepilogativo delle diverse fasi della vicenda. Rilevando l'assenza degli avvocati di Silvio Berlusconi,
ha quindi dato la parola all'avvocato Salvatore Di Pardo, che
rappresenta il subentrante in Molise al posto di Berlusconi, Achille Di
Giacomo, dopo l'eventuale decadenza dal Senato.
Dal canto loro i legali di Berlusconi, Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini,hanno motivato la loro assenza facendo appello al diritto a un 'giudizio imparziale':
"Molti dei componenti della Giunta delle Elezioni del Senato si sono
già più volte espressi per la decadenza del presidente Berlusconi. Non
vi è dunque possibilità alcuna di difesa né vi è alcuna ragione per
presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato, a mezzo stampa,
la propria decisione", affermano in una nota. "Nessuna acquiescenza né
legittimazione -aggiungono- può essere offerta a chi non solo non è, ma
neppure appare imparziale. Il non partecipare era dunque non più una
scelta, ma un obbligo. Non vi è dubbio che anche questa ulteriore
violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione
europea troverà adeguato rimedio nelle sedi competenti".
Intanto è bufera per un commento anti-Cavaliere postato sulla pagina Facebook di Vito Crimi
che prende spunto da alcuni manifesti apparsi a Roma. Nel manifesto
firmato 'Cuore azzurro', anche questo postato sulla pagina del senatore
grillino, c'è la scritta: "Odiato dai poteri forti, amato dalla gente.
Silvio non mollare". E sulla bacheca di Crimi appare il commento, con la
citazione della fonte, in cui si legge: "Ma vista l'età, il progressivo
prolasso delle pareti intestinali e l'ormai molto probabile ipertrofia
prostatica, il cartello di cui sopra con 'Non mollare' non è che intende
'Non mollare peti e controlla l'incontinenza'".
"In merito alle richieste da più parti avanzate di sospensione dei
lavori della Giunta - dichiara il portavoce del presidente del Senato
Alessio Pasquini -, si precisa che il ruolo del presidente del Senato,
ai sensi del Regolamento per la verifica dei poteri della Giunta, è
limitato all'intesa con il presidente della stessa Giunta ai fini della
fissazione del giorno e dell'ora della seduta pubblica".
"In ogni caso il presidente Grasso - conclude il portavoce Alessio Pasquini - ritiene del tutto inqualificabile e gravemente offensivo
quanto scritto dal senatore Vito Crimi nei confronti del senatore
Berlusconi durante la fase pubblica della seduta della Giunta. Anche
tale comportamento verrà sicuramente valutato dagli organi competenti
del Senato".
"Non ho mancato di stigmatizzare, come il presidente Grasso, il post di Vito Crimi - dice Dario Stefano,
presidente della Giunta delle elezioni -, ma c'è stato modo di
verificare che era stato scritto prima dell'inizio della seduta
pubblica". "Non era una motivazione sufficiente per sospendere i
lavori".
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