«Sempre per quanto attiene al numero delle persone in custodia cautelare - ha osservato Cancellieri - va rilevato come a partire dal giugno 2009 (quando si raggiunse il picco dei 31 mila detenuti in custodia) si è registrato un progressivo decremento pari a circa il 20% (con circa 6.500 detenuti in meno, posto che oggi sono 24.500). Per converso, vi è stato nello stesso periodo un aumento consistente dei detenuti definitivi che nel giugno del 2009 erano 30.549 ed in 4 anni sono aumentati di quasi 10.000 unità».
Il reato per il quale è ristretto il maggior numero di detenuti è quello di produzione e spaccio di stupefacenti: per tali fattispecie sono ristrette ben 23.094 persone, ha affermato ancora Cancellieri.
Il secondo reato - ha spiegato il ministro, sottolineando che l'analisi viene condotta sul reato più grave ascritto a ciascun detenuto - è la rapina con 9.473 presenze, il terzo è l'omicidio volontario (9.077). Seguono l'estorsione (4.238), il furto (3.853), la violenza sessuale (2.755), la ricettazione (2.732).
I detenuti per associazione di stampo mafioso sono 1.424: «Si tratta di un numero basso trattandosi di reato spesso associato a fattispecie di maggiore gravità come l'estorsione o l'omicidio». Sono circa 500 infine i detenuti per sequestro di persona, associazione per delinquere, violenza privata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, maltrattamenti in famiglia, atti sessuali con minorenni.
Sono 23.022 i detenuti nelle carceri italiane che devono scontare una pena residua inferiore ai tre
anni, ha precisato ancora il ministro della Giustizia. A fronte dei 38.625 condannati, ha precisato Cancellieri, 9.598 hanno una pena residua inferiore a un anno, 7.735 tra uno e due anni e 5.689 da due a tre anni.
«Prima dell'indulto del 2006 i detenuti presenti in carcere erano 61.400. Con il provvedimento di
clemenza, a partire dal luglio 2006, sono usciti dal carcere 26.000 detenuti definitivi (22 mila nei mesi
immediatamente successivi all'entrata in vigore) con una pena residua non superiore a tre anni», ha detto Cancellieri.
Dal 2006 e per i primi quattro anni successivi, ha sottolineato il guardasigilli, «il ritmo di crescita delle
presenze è stato molto elevato, con una media di oltre settemila unità in più all'anno, fino a giungere a un picco nel 2009 di oltre 69.000 detenuti, trentamila in più di quelli presenti dopo l'applicazione dell'indulto».
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