venerdì 25 ottobre 2013

Legge elettorale, Lega e M5S: "Non andiamo da Napolitano"

No del M5S e della Lega all'incontro con il presidente della Repubblica Napolitano per discutere di legge elettorale. I due gruppi erano stati invitati al Quirinale per un confronto sulle ipotesi di cambiamento del 'porcellum', ma hanno deciso di disdettare.


La decisione dei grillini e del Carroccio arriva il giorno dopo il vertice al Colle con i capigruppo della sola maggioranza. A seguito delle critiche mosse dai grillini, ma anche della Lega, Fdi e Sel, dall'ufficio stampa del Quirinale nella serata di ieri è infatti trapelata la notizia della volontà del Capo dello Stato di ascoltare i vari gruppi di opposizione sulla riforma del Porcellum. Ma per i vertici del Movimento quella del Colle è "una mossa tardiva: tentano di mettere una pezza quando ormai il guaio è fatto". "E poi basta - avrebbe ripetuto un infuriato Grillo ai suoi - con un presidente che rappresenta solo chi gli pare, ignorando i 9 milioni di italiani che ci hanno votato".

Oggi, in una nota congiunta i capigruppo stellati al Senato, Paola Taverna, e alla Camera, Alessio Villarosa, hanno ribadito: "Non andremo perché non siamo né in una monarchia assoluta, né in una repubblica presidenziale. Secondo l'articolo 87 della Costituzione, il Presidente della Repubblica può inviare messaggi alle Camere, cioè a tutte le forze politiche. Ricevere invece le forze di maggioranza su temi specifici e delicatissimi come la legge elettorale, magari dando indicazioni e suggerimenti nel chiuso delle stanze e poi, solo il giorno dopo, ricordarsi di ricevere i 'plebei' delle opposizioni, è perlomeno fortemente irrituale".

Sulla stessa linea la Lega Nord: "Oggi non andremo dal Presidente Napolitano. Non ci piacciono le convocazioni frettolose, fatte all'ultimo minuto solo nel tentativo di rimediare a un errore molto grave. Quanto accaduto ieri, ribadiamo, e' gravissimo: aver convocato un vertice con la sola maggioranza su un tema parlamentare è sintomo di partigianeria inaccettabile", dichiara Massimo Bitonci, annunciando però la disponibilità ad essere ricevuti da soli. "Chiediamo al presidente della Repubblica di essere ricevuti in delegazione completa, con il nostro segretario Maroni", sottolinea l'esponente del Carroccio, "e non insieme al resto dell'opposizione con la quale non ci riconosciamo. Abbiamo nostre proposte da rappresentare che sono lontane mille miglia da quelle di Sel o M5S".

Di fatto, i rapporti tra Napolitano e i 5 Stelle si fanno sempre più tesi, giorno dopo giorno. Ieri da Trento l'annuncio di Grillo: "abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale per presentare la richiesta di impeachment". Una strada, quella della messa in stato d'accusa del Presidente, a cui i grillini lavorano alacremente da giorni: da Roma sarebbero già stati spediti dei dossier, diretti a Genova e Milano, con tutte le informazioni per dare seguito alla richiesta di impeachment contro Napolitano.

Non d'accordo con la posizione di M5S il sindaco di Firenze Matteo Renzi, secondo il quale la decisione di Napolitano di ascoltare anche l'opposizione rispecchia il suo ruolo: "Se avesse convocato solo la maggioranza non sarebbe stato bello. Siccome ha convocato anche l'opposizione, fa il suo ruolo".

Il candidato alla segreteria del Pd, poi aggiunge che la vicenda della riforma della legge elettorale "sta diventando una barzelletta". "Io piango da 25 settimane perchè questo era uno dei temi fondamentali. Anzi, ci sono anche 70 settimane precedenti quindi dovremmo festeggiare la 100esima settimana senza che si sia fatto nulla", ha detto, spiegando che c'è "un solo modo credibile" per uscire da questa situazione: "Con una legge chiaramente bipolare con cui nessuno poi va a braccetto con l'altro, che consenta di sapere subito chi ha vinto e che garantisca la stabilità per cinque anni".

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