Il
testo, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico
Letta, è stato recapitato al Presidente del Senato, Pietro Grasso, e
alla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, dal
Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra.
Domani,
sempre sul colle del Quirinale, potrebbe essere l’inizio di un momento
chiave, in tema di popolazione carceraria, nel nostro Paese: se ne è
occupata persino la Corte Europea per i Diritti Umani, ammonendoci per i
trattamenti disumani cui vengono sottoposti i carcerati in Italia,
imponendoci con la sentenza Torregiani dell’8 gennaio scorso di trovare
rimedi concreti alla totale mancanza di stato di diritto nelle patrie
galere entro un anno; domani toccherà alla Corte Costituzionale avviare
l’analisi per pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo 147 del
codice penale.
L’articolo
147 tratta il “Rinvio facoltativo dell’esecuzione della pena”: pone in
essere alcune fattispecie in cui è possibile rimandare l’esecuzione
della pena in carcere (ad esempio nel caso di una madre con prole
inferiore a tre anni); tra queste eccezioni però, come sottolineato dai
Tribunali di sorveglianza di Venezia e Milano, mancano le condizioni
disumane di detenzione.
Volenti
o nolenti i detenuti in Italia devono scontare la propria pena in
carcere anche in condizioni di sovraffollamento, quando vengono a
mancare persino quei 3 metri quadrati a testa indicati dalla Corte
Europea dei Diritti Umani come il minimo da garantire.
Sovraffollamento
carcerario significa dormire accatastati in 8 ospiti di celle pensate
per 4, significa dover razionare il cibo, significa dover morire di
carcere (2.208 persone dal 2000 ad oggi), significa non avere diritto
all’assistenza medica:
“Un detenuto può aspettare anche mesi, schiacciato dalle procedure
burocratiche della magistratura, prima di potersi sottoporre ad una
chemioterapia. È una situazione opaca, che merita un’attenzione speciale
da parte delle autorità regionali.”diceva il senatore del PDL Luigi
Compagna ad agosto, riferendosi al carcere di Poggioreale di Napoli.
Tornando
alla Corte Costituzionale, la necessità evidenziata dai due Tribunali
di sorveglianza è una sentenza additiva: aggiungere all’art. 147 il
sovraffollamento carcerario tra le cause che permettano di far slittare
l’esecuzione della pena.Lo ripete spesso il leader radicale Marco
Pannella, invocando sempre il mantra “Amnistia per la Repubblica”:
“L’Italia si trova in una situazione di flagranza di reato per le sue condizioni carcerarie, inumane e degradanti.”
Di
fatto è così: le condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
sono semplicemente uno dei tasselli di illegalità costante nella quale
sguazza il nostro Paese. Lo dimostra l’assenza, nel codice penale, del
reato di tortura, una grave inadempienza italiana che però si può
ascrivere anche alle condizioni di vita nelle patrie galere: lo Stato
difatti sarebbe il primo torturatore nazionale di esseri umani.
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