martedì 8 ottobre 2013

Napolitano invia alle Camere un messaggio sulla questione carceraria.

In un comunicato emanato dal Quirinale il Presidente Giorgio Napolitano informa di aver inviato alle Camere un messaggio sulla questione carceraria: il Presidente della Repubblica, da tempo sensibile al tema del sovraffollamento carcerario, nel 2011 in Senato definì “una vergogna nazionale” che andava affrontata con “prepotente urgenza”, aveva annunciato il messaggio qualche giorno fa.


 Il testo, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, è stato recapitato al Presidente del Senato, Pietro Grasso, e alla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra.

Domani, sempre sul colle del Quirinale, potrebbe essere l’inizio di un momento chiave, in tema di popolazione carceraria, nel nostro Paese: se ne è occupata persino la Corte Europea per i Diritti Umani, ammonendoci per i trattamenti disumani cui vengono sottoposti i carcerati in Italia, imponendoci con la sentenza Torregiani dell’8 gennaio scorso di trovare rimedi concreti alla totale mancanza di stato di diritto nelle patrie galere entro un anno; domani toccherà alla Corte Costituzionale avviare l’analisi per pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo 147 del codice penale.

L’articolo 147 tratta il “Rinvio facoltativo dell’esecuzione della pena”: pone in essere alcune fattispecie in cui è possibile rimandare l’esecuzione della pena in carcere (ad esempio nel caso di una madre con prole inferiore a tre anni); tra queste eccezioni però, come sottolineato dai Tribunali di sorveglianza di Venezia e Milano, mancano le condizioni disumane di detenzione.

Volenti o nolenti i detenuti in Italia devono scontare la propria pena in carcere anche in condizioni di sovraffollamento, quando vengono a mancare persino quei 3 metri quadrati a testa indicati dalla Corte Europea dei Diritti Umani come il minimo da garantire.

Sovraffollamento carcerario significa dormire accatastati in 8 ospiti di celle pensate per 4, significa dover razionare il cibo, significa dover morire di carcere (2.208 persone dal 2000 ad oggi), significa non avere diritto all’assistenza medica:

    “Un detenuto può aspettare anche mesi, schiacciato dalle procedure burocratiche della magistratura, prima di potersi sottoporre ad una chemioterapia. È una situazione opaca, che merita un’attenzione speciale da parte delle autorità regionali.”diceva il senatore del PDL Luigi Compagna ad agosto, riferendosi al carcere di Poggioreale di Napoli.

Tornando alla Corte Costituzionale, la necessità evidenziata dai due Tribunali di sorveglianza è una sentenza additiva: aggiungere all’art. 147 il sovraffollamento carcerario tra le cause che permettano di far slittare l’esecuzione della pena.Lo ripete spesso il leader radicale Marco Pannella, invocando sempre il mantra “Amnistia per la Repubblica”:

    “L’Italia si trova in una situazione di flagranza di reato per le sue condizioni carcerarie, inumane e degradanti.”

Di fatto è così: le condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono semplicemente uno dei tasselli di illegalità costante nella quale sguazza il nostro Paese. Lo dimostra l’assenza, nel codice penale, del reato di tortura, una grave inadempienza italiana che però si può ascrivere anche alle condizioni di vita nelle patrie galere: lo Stato difatti sarebbe il primo torturatore nazionale di esseri umani.

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