"In secondo luogo, non era nella linea di Scelta civica aprire ad un Pdl che non si fosse prima emendato di alcune personalità" prosegue Monti, con evidente riferimento all'incontro dell'altro giorno con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano da parte del ministro della Difesa, e senatore Sc, Mario Mauro. Il ministro si dice "molto dispiaciuto" per le dimissioni di Monti. Casini invece si tira fuori: "Le cose di Scelta civica non mi interessano. Dico solo che la politica ha delle regole chiare. Le accuse di Monti nei miei confronti sono semplicemente ridicole - afferma Casini -. Monti sa cosa significa governare questo paese quando c'é una maggioranza litigiosa. Questa politica del doppio binario, questo atteggiamento rissoso, anche da parte di Monti, sull'azione dell'esecutivo, questi continui distinguo, non sono accettabili" sottolinea il leader Udc. Quanto alle dimissioni dell'ex premier da presidente di Scelta civica, "non gli chiederò di ritirarle perché questo non mi riguarda".
Intanto, i senatori di Sc hanno ricevuto un sms con la scovocazione dell'assemblea del gruppo, che era stata indetta per martedì prossimo.
L'ex premier usa parole dure per commentare la lettera degli '11' presentata giovedì che di fatto ha portato le sue dimissioni da presidente del partito. E' stata "tradita l'ispirazione di un partito che loro mi hanno chiesto di formare anche per portarli o riportarli in Parlamento'' sottolinea Monti. Nessun passo indietro, dunque. ''Non mi interesso più di Scelta Civica''. L'ex premier si toglie qualche sassolino dalla scarpa parlando di un partito per il quale lui stava lavorando ai fini dell'adesione al Ppe ''purché ci fosse l'assicurazione che non avremmo subito il potere di veto di forze politiche nel Ppe meno europeiste di noi''. Il riferimento al Pdl appare subito chiaro quando l'ex premier rimprovera al partito di Berlusconi e Alfano un europeismo ''a corrente alternata, dubbio, venato di ambiguità e che soprattutto in campagna elettorale tende a passare dal popolarismo al populismo''. In ogni caso, il senatore a vita auspica che Scelta Civica venga accolta in quel Ppe dove però il tasso di europeismo e popolarismo ''della rappresentanza italiana più numerosa'' risulti più profondo e coerente.
C'è chi legge la svolta in Scelta civica, che ha portato alle dimissioni del suo leader, come una manovra studiata per saldare un asse con il Quirinale. "Credo che sarebbe molto offensivo per il Presidente della Repubblica prestare fede ad una visione cosìbassa" replica all'Adnkronos lo stesso Monti, rispetto a chi, nel partito, spiega gli sviluppi delle ultime ore come un'operazione per garantire al governo Letta un sostegno senza cedimenti, in armonia con quelle che vengono ritenute le aspettative del Colle.
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