Alla fine Minzolini ci è riuscito. Marco Travaglio dovrà rispondere in
tribunale di un suo articolo del 2011 contro l’allora direttore del Tg1.
A raccontarlo lo stesso Minzolini: «Insieme ad una redattrice del Tg1,
Grazia Graziadei, due anni fa abbiamo querelato Marco Travaglio per
diffamazione, perché nel 2010 giudicò “truffaldini” dei dati sul numero e
sul costo delle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie contenuti
in un servizio del telegiornale.
Dati, ben inteso, ufficiali, forniti
dal ministero di Grazia e Giustizia». L’attuale senatore del Pdl ha
ricordato che «normalmente al tribunale di Roma le richieste di rinvio a
giudizio presentate dalla pubblica accusa vengono accolte nel 93% dei
casi. Ma, secondo Minzolini, con il
vicedirettore del Fatto «è quasi impossibile avere giustizia. L’iter
processuale, diciamo, è travagliato. Il Pm chiese – visto che sulla
ufficialità di quei dati non c’è dubbio alcuno – ormai più di un anno fa
il rinvio a giudizio del giornalista, ma il Gup decise il non luogo a
procedere. Grazie, però, alla caparbietà del legale della collega del
Tg1 e mio, l’avvocato Viglione, la causa non è finita lì. Viglione,
insieme al Pm (dato da non trascurare), si è rivolto alla Cassazione per
ottenere un nuovo esame. E l’Alta Corte gli ha dato ragione e ha
chiesto al tribunale di Roma di rivedere il caso visto che, a suo
avviso, c’erano elementi per il rinvio a giudizio. Finita qui? Neanche
per sogno. «Un altro Gup ha deciso di nuovo il non luogo a procedere con
una sentenza, diciamo, per usare un eufemismo, superficiale. L’indomito
avvocato Viglione, però, non si è arreso neppure in questa occasione:
di nuovo, insieme, al Pm, si è rivolto alla Cassazione, la quale –
annuncia Minzolini – ha nuovamente ordinato al Tribunale di Roma di
rivedere nuovamente il “caso”».
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