Finito incontro Letta-Napolitano Confronto durato oltre un'ora
Roma, 27 set. (Adnkronos/Ign) - Ore decisive per la tenuta del governo dopo la minaccia da parte del Pdl di dimissioni di massain caso di decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
Il premier Enrico Letta, rientrato a Roma alle 12 dopo la visita in Canada e Stati Uniti, si è recato al Quirinale per l'incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è durato circa un'ora e mezza.
Prima del colloquio con il Capo dello Stato il premier ha iniziato un giro di colloqui.
Prima ha visto Dario Franceschini, primo contatto 'di persona' con il ministro per i rapporti con il Parlamento che durante la sua assenza ha svolto il ruolo di 'ufficiale di collegamento' tra il premier e il resto dell'esecutivo. Poi l'incontro con il suo vice e segretario del Pdl, Angelino Alfano. Quindi quello con il segretario del Pd Guglielmo Epifani, .
Mentre ha sentito al telefono Mario Monti, leader di Scelta civica. L'ultimo incontro prima di salire al Colle è stato con Gianni Letta. A tutti, si apprende da fonti palazzo Chigi, il premier ha trasferito la sua determinazione ad andare avanti nel percorso del chiarimento. Un chiarimento, si fa notare, che dovrà ''avvenire al più presto, in Parlamento, e dovrà essere senza se e senza ma''.
Reduce dal colloquio con il premier, Alfano si è recato in via del Plebiscito per partecipare a un vertice del Pdl con Silvio Berlusconi. A Palazzo Grazioli sono presenti i capigruppo del Senato e della Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta.
In attesa dell'esito di questi incontri continua la fibrillazione all'interno della maggioranza con botta e risposta tra i maggiori esponenti.
Secondo il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, ''il governo non c'entra in questa vicenda, o meglio; il governo viene eletto da una maggioranza, nella maggioranza ci sono Pd, Pdl-Fi e Sc''. ''Bene, non è possibile che questa stessa maggioranza che regge il governo cambi al Senato per votare retroattivamente la decadenza di Berlusconi", ha sottolineato in una dichiarazione a 'Prima di tutto' su Radio Rai Uno. "La fiducia? Se sarà per il governo, non ci sarà alcun problema, il problema sarà del Partito democratico: con chi vota la fiducia, con la stessa maggioranza con cui vuol far decadere Berlusconi?".
Per il senatore e coordinatore del Pdl Sandro Bondi, "se ancora sopravvivesse un residuo di serietà in questo sventurato Paese, si prenderebbe atto senza perdere nemmeno un secondo della crisi di un governo e di una maggioranza che non esistono più da tempo almeno dal momento in cui il Pd ha dichiarato guerra ad un proprio alleato di governo".
Dario Franceschini risponde a Brunetta. "Non c'è più tempo per ipocrisie e furbizie", ha detto il ministro. "Abbiamo visto parole e gesti - ha proseguito - che stanno facendo un danno enorme al Paese e a ogni singolo italiano. Nei prossimi giorni, già nelle prossime ore, il chiarimento sarà un modo non per prendere tempo ma per fare chiarezza".
L'affondo arriva da Guglielmo Epifani. "Quello del Pdl è un colpo alla schiena dell'Italia che lavora e che cerca di uscire dalla crisi", ha detto alla direzione del Pd. "Il Pdl sta scherzando con il fuoco. Una crisi ora è da irresponsabili - ha osservato -. Stiamo vedendo la ripresa e il Pdl sta rischiando di far precipitare di nuovo la situazione economica". Per Epifani, dopo l'iniziativa del Pdl, "tocca a Letta aprire un chiarimento risolutivo in Parlamento". Mentre "per quello che riguarda il Pd, noi vogliamo una nuova legge elettorale".
Replicano Renato Brunetta e Renato Schifani. "Rispediamo, con decisione, al mittente le opportunistiche accuse che ci rivolge il segretario pro tempore del Pd, Guglielmo Epifani - ha dichiarato il capogruppo Pdl alla Camera -. Dal nostro schieramento politico nessun 'colpo alla schiena del Paese', ma anzi un'iniziativa senza precedenti nella storia della Repubblica proprio per difendere i principi di libertà e democrazia sulle quali si fondano le nostre istituzioni repubblicane". ''E' il Pd - accusa Brunetta - con il suo atteggiamento irresponsabile e contro i dettami della Costituzione, che sta umiliando l'Italia agli occhi del mondo''. Per il presidente dei senatori del Pdl, "i veri traditori dell'Italia sono quelli che hanno minato quotidianamente, fin dalla sua nascita, un governo che avrebbe dovuto essere di pacificazione".
La Lega chiede le dimissioni di Letta. "Per me la scelta principale sono le elezioni anticipate, naturalmente, però, non dipende da noi, dipende dal Presidente Napolitano", ha osservato Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia. Secondo Maroni, ''non solo la dichiarazione del Pdl, ma anche il fatto che hanno raccolto le firme ieri sera è una mozione di sfiducia palese nei confronti del Governo. Quindi Letta dovrebbe fare solo una cosa: rassegnare le proprie dimissioni al presidente Napolitano.
Il premier Enrico Letta, rientrato a Roma alle 12 dopo la visita in Canada e Stati Uniti, si è recato al Quirinale per l'incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è durato circa un'ora e mezza.
Prima del colloquio con il Capo dello Stato il premier ha iniziato un giro di colloqui.
Prima ha visto Dario Franceschini, primo contatto 'di persona' con il ministro per i rapporti con il Parlamento che durante la sua assenza ha svolto il ruolo di 'ufficiale di collegamento' tra il premier e il resto dell'esecutivo. Poi l'incontro con il suo vice e segretario del Pdl, Angelino Alfano. Quindi quello con il segretario del Pd Guglielmo Epifani, .
Mentre ha sentito al telefono Mario Monti, leader di Scelta civica. L'ultimo incontro prima di salire al Colle è stato con Gianni Letta. A tutti, si apprende da fonti palazzo Chigi, il premier ha trasferito la sua determinazione ad andare avanti nel percorso del chiarimento. Un chiarimento, si fa notare, che dovrà ''avvenire al più presto, in Parlamento, e dovrà essere senza se e senza ma''.
Reduce dal colloquio con il premier, Alfano si è recato in via del Plebiscito per partecipare a un vertice del Pdl con Silvio Berlusconi. A Palazzo Grazioli sono presenti i capigruppo del Senato e della Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta.
In attesa dell'esito di questi incontri continua la fibrillazione all'interno della maggioranza con botta e risposta tra i maggiori esponenti.
Secondo il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, ''il governo non c'entra in questa vicenda, o meglio; il governo viene eletto da una maggioranza, nella maggioranza ci sono Pd, Pdl-Fi e Sc''. ''Bene, non è possibile che questa stessa maggioranza che regge il governo cambi al Senato per votare retroattivamente la decadenza di Berlusconi", ha sottolineato in una dichiarazione a 'Prima di tutto' su Radio Rai Uno. "La fiducia? Se sarà per il governo, non ci sarà alcun problema, il problema sarà del Partito democratico: con chi vota la fiducia, con la stessa maggioranza con cui vuol far decadere Berlusconi?".
Per il senatore e coordinatore del Pdl Sandro Bondi, "se ancora sopravvivesse un residuo di serietà in questo sventurato Paese, si prenderebbe atto senza perdere nemmeno un secondo della crisi di un governo e di una maggioranza che non esistono più da tempo almeno dal momento in cui il Pd ha dichiarato guerra ad un proprio alleato di governo".
Dario Franceschini risponde a Brunetta. "Non c'è più tempo per ipocrisie e furbizie", ha detto il ministro. "Abbiamo visto parole e gesti - ha proseguito - che stanno facendo un danno enorme al Paese e a ogni singolo italiano. Nei prossimi giorni, già nelle prossime ore, il chiarimento sarà un modo non per prendere tempo ma per fare chiarezza".
L'affondo arriva da Guglielmo Epifani. "Quello del Pdl è un colpo alla schiena dell'Italia che lavora e che cerca di uscire dalla crisi", ha detto alla direzione del Pd. "Il Pdl sta scherzando con il fuoco. Una crisi ora è da irresponsabili - ha osservato -. Stiamo vedendo la ripresa e il Pdl sta rischiando di far precipitare di nuovo la situazione economica". Per Epifani, dopo l'iniziativa del Pdl, "tocca a Letta aprire un chiarimento risolutivo in Parlamento". Mentre "per quello che riguarda il Pd, noi vogliamo una nuova legge elettorale".
Replicano Renato Brunetta e Renato Schifani. "Rispediamo, con decisione, al mittente le opportunistiche accuse che ci rivolge il segretario pro tempore del Pd, Guglielmo Epifani - ha dichiarato il capogruppo Pdl alla Camera -. Dal nostro schieramento politico nessun 'colpo alla schiena del Paese', ma anzi un'iniziativa senza precedenti nella storia della Repubblica proprio per difendere i principi di libertà e democrazia sulle quali si fondano le nostre istituzioni repubblicane". ''E' il Pd - accusa Brunetta - con il suo atteggiamento irresponsabile e contro i dettami della Costituzione, che sta umiliando l'Italia agli occhi del mondo''. Per il presidente dei senatori del Pdl, "i veri traditori dell'Italia sono quelli che hanno minato quotidianamente, fin dalla sua nascita, un governo che avrebbe dovuto essere di pacificazione".
La Lega chiede le dimissioni di Letta. "Per me la scelta principale sono le elezioni anticipate, naturalmente, però, non dipende da noi, dipende dal Presidente Napolitano", ha osservato Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia. Secondo Maroni, ''non solo la dichiarazione del Pdl, ma anche il fatto che hanno raccolto le firme ieri sera è una mozione di sfiducia palese nei confronti del Governo. Quindi Letta dovrebbe fare solo una cosa: rassegnare le proprie dimissioni al presidente Napolitano.
Arriva la bacchettata dell'Ue. "Ciascuno si prenda le sue responsabilità nella vita politica italiana", ha detto un portavoce della Commissione europea.
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