"Dopo 8 mesi, siamo qui in una condizione in cui nostro il nostro
partito è il baricentro, il pilastro della democrazia italiana''. Così
il premier
Enrico Letta (in
tenuta informale con camicia, maglione blu, pantaloni sportivi verde
militare e sneakers ai piedi) interviene all'assemblea del Pd a Milano.
Parlando dei
forconi,
Letta dice: "A chi liscia il pelo" alle proteste di questi giorni
"ricordo chi sono i capi, gente che sta da un'altra parte rispetto ai
valori che noi stiamo cercando di rendere forti in Italia, perché la
battaglia all'antisemitismo è una delle più grosse da fare per andare
avanti e che con Casa Pound noi non abbiamo niente a che fare".
"Da oggi dobbiamo lavorare, io e Matteo, perché si tolgano i
retroscena su noi due. E' inutile che li scriviate, non ci saranno.
Tutto avverrà in modo trasparente, qui e in futuro, perché dall'unità
del partito dipende l'uscita dell'Italia dalla crisi.
Uniti non ci batte nessuno".
A sua volta
Guglielmo Epifani salendo
sul palco lancia un appello: "Il Pd deve professare un grande bisogno
di lealtà reciproca e il rispetto del pluralismo interno". L'ex leader
della Cgil chiama alla responsabilità tutti i democratici, evidenziando
che il cambiamento e le riforme "o le facciamo noi, o non vedo nessuno
in grado di farlo nel Paese".
Prima che tutto abbia avuto inizio con le note dell'Inno di Mameli
al centro congressi della Fiera di Milano, prima l'uno poi l'altro, lo
stato maggiore del Pd ha fatto il suo ingresso. Epifani soffermandosi
con i giornalisti aveva detto sollecitato da chi gli chiedeva del
rapporto Renzi-Letta: "Un po' di competizione nelle democrazie fa bene"
ma "
penso che noi sapremo restare uniti".
Renzi "ha avuto un mandato politico fortissimo, è un uomo di un'altra
generazione per cui è chiaro - ha spiegato Epifani - che siamo di fronte
ad una svolta generazionale, ma non penso ci sia una svolta nei
valori".
Tra i primi ad arrivare all'assemblea Gianni Cuperlo
che in assemblea è stato eletto poi presidente del Pd a larghissima
maggioranza. Prima aveva assicurato ai giornalisti: "Se dovessi prendere
atto" che la carica di presidente del partito "non è compatibile" con
le idee e il progetto politico portato avanti fin qui, "non avrei mezzo
secondo di dubbio a lasciare questo ruolo". Ora, ha esortato, "dobbiamo
entrare tutti insieme in una nuova fase e provare a toglierci le
casacche indossate fin qui, per capire se siamo in grado di indossarne
una nuova". Dobbiamo essere "disponibili a stare in campo in modo
unitario" difendendo le istituzioni.
Pippo Civati,
uscito sconfitto alle primarie, non ha dubbi, "oggi nasce un nuovo Pd",
e si dice pronto a "lavorare e confrontarsi insieme a Renzi". Un
discorso quello del neo segretario che giudica "molto renziano". "Invece
che lanciare la sfida da western a Grillo avrei parlato della legge
elettorale che propone il Pd - sostiene Civati - e avrei fatto un
discorso diverso rispetto all'abolizione totale del finanziamento
pubblico". Temi questi che rischiano di essere "strappi demagogici". E
sul
rapporto Letta-Renzi prima
una battuta: "spero non sia una gara a chi fa un tweet più presto". Poi
ha assicura: "Renzi e Letta sono più vicini di quanto non si pensi".
Secondo
Massimo D'Alema
(seduto in prima fila nella sala dell'assemblea alla Fiera di Milano),
Renzi ha fatto "un buon discorso". "Considerati i dissensi di partenza -
aggiunge D'Alema - mi è sembrato un tentativo di indicare una
piattaforma di confronto aperta. La mia è una valutazione positiva".
Quella di oggi è "una bella giornata, con un clima positivo. Il dato
che viene fuori è la responsabilità del Partito Democratico, che è
centrale nel sistema politico italiano", commenta a ruota
Pier Luigi Bersani.
E per Rosy Bindi "chi vince in maniera così forte e così chiara più
di altri ha la responsabilità di tenere unito il partito e chi
dall'altra parte constata di avere un consenso non troppo forte forse fa
bene a non provocare divisioni". Sulle primarie "sono contenta che il
risultato sia stato chiaro, dopo sarò contenta quando vedrò gli effetti
del cambiamento". A chi le chiede come si sente tra Enrico Letta e
Matteo Renzi, replica: "Mi sento nel Pd. Un po' di competizione fa bene,
basta che non esagerino. Tutto lì".
Nel corso dell'assemblea è stato anche eletto
Francesco Bonifazi tesoriere del Pd.