lunedì 16 dicembre 2013

Pd, Letta: "Uniti non ci batte nessuno"

"Dopo 8 mesi, siamo qui in una condizione in cui nostro il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia italiana''. Così il premier Enrico Letta (in tenuta informale con camicia, maglione blu, pantaloni sportivi verde militare e sneakers ai piedi) interviene all'assemblea del Pd a Milano.
Parlando dei forconi, Letta dice: "A chi liscia il pelo" alle proteste di questi giorni "ricordo chi sono i capi, gente che sta da un'altra parte rispetto ai valori che noi stiamo cercando di rendere forti in Italia, perché la battaglia all'antisemitismo è una delle più grosse da fare per andare avanti e che con Casa Pound noi non abbiamo niente a che fare".



"Da oggi dobbiamo lavorare, io e Matteo, perché si tolgano i retroscena su noi due. E' inutile che li scriviate, non ci saranno. Tutto avverrà in modo trasparente, qui e in futuro, perché dall'unità del partito dipende l'uscita dell'Italia dalla crisi. Uniti non ci batte nessuno". A sua volta Guglielmo Epifani salendo sul palco lancia un appello: "Il Pd deve professare un grande bisogno di lealtà reciproca e il rispetto del pluralismo interno". L'ex leader della Cgil chiama alla responsabilità tutti i democratici, evidenziando che il cambiamento e le riforme "o le facciamo noi, o non vedo nessuno in grado di farlo nel Paese". Prima che tutto abbia avuto inizio con le note dell'Inno di Mameli al centro congressi della Fiera di Milano, prima l'uno poi l'altro, lo stato maggiore del Pd ha fatto il suo ingresso. Epifani soffermandosi con i giornalisti aveva detto sollecitato da chi gli chiedeva del rapporto Renzi-Letta: "Un po' di competizione nelle democrazie fa bene" ma "penso che noi sapremo restare uniti". Renzi "ha avuto un mandato politico fortissimo, è un uomo di un'altra generazione per cui è chiaro - ha spiegato Epifani - che siamo di fronte ad una svolta generazionale, ma non penso ci sia una svolta nei valori". Tra i primi ad arrivare all'assemblea Gianni Cuperlo che in assemblea è stato eletto poi presidente del Pd a larghissima maggioranza. Prima aveva assicurato ai giornalisti: "Se dovessi prendere atto" che la carica di presidente del partito "non è compatibile" con le idee e il progetto politico portato avanti fin qui, "non avrei mezzo secondo di dubbio a lasciare questo ruolo". Ora, ha esortato, "dobbiamo entrare tutti insieme in una nuova fase e provare a toglierci le casacche indossate fin qui, per capire se siamo in grado di indossarne una nuova". Dobbiamo essere "disponibili a stare in campo in modo unitario" difendendo le istituzioni. Pippo Civati, uscito sconfitto alle primarie, non ha dubbi, "oggi nasce un nuovo Pd", e si dice pronto a "lavorare e confrontarsi insieme a Renzi". Un discorso quello del neo segretario che giudica "molto renziano". "Invece che lanciare la sfida da western a Grillo avrei parlato della legge elettorale che propone il Pd - sostiene Civati - e avrei fatto un discorso diverso rispetto all'abolizione totale del finanziamento pubblico". Temi questi che rischiano di essere "strappi demagogici". E sul rapporto Letta-Renzi prima una battuta: "spero non sia una gara a chi fa un tweet più presto". Poi ha assicura: "Renzi e Letta sono più vicini di quanto non si pensi". Secondo Massimo D'Alema (seduto in prima fila nella sala dell'assemblea alla Fiera di Milano), Renzi ha fatto "un buon discorso". "Considerati i dissensi di partenza - aggiunge D'Alema - mi è sembrato un tentativo di indicare una piattaforma di confronto aperta. La mia è una valutazione positiva". Quella di oggi è "una bella giornata, con un clima positivo. Il dato che viene fuori è la responsabilità del Partito Democratico, che è centrale nel sistema politico italiano", commenta a ruota Pier Luigi Bersani. E per Rosy Bindi "chi vince in maniera così forte e così chiara più di altri ha la responsabilità di tenere unito il partito e chi dall'altra parte constata di avere un consenso non troppo forte forse fa bene a non provocare divisioni". Sulle primarie "sono contenta che il risultato sia stato chiaro, dopo sarò contenta quando vedrò gli effetti del cambiamento". A chi le chiede come si sente tra Enrico Letta e Matteo Renzi, replica: "Mi sento nel Pd. Un po' di competizione fa bene, basta che non esagerino. Tutto lì". Nel corso dell'assemblea è stato anche eletto Francesco Bonifazi tesoriere del Pd.

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