lunedì 16 dicembre 2013

Alfano: "Renzi giocherella, cancelli ora il finanziamento ai partiti"

"Oggi comincia la partita e i palloni che ha giocato Renzi sono tutti di sinistra". Ospite a 'In mezz'ora', Angelino Alfano ha replicato punto per punto al discorso di Matteo Renzi all'assemblea PD ,sfidandolo sul finanziamento pubblico ai partiti. "L'unica cosa che Renzi doveva dire, se voleva fare sul serio, era tagliamo da domani il finanziamento pubblico e non dal 2017. E' l'unica cosa che non ha detto", ha commentato Alfano. Poi il fondatore di Ncd ha messo nero su bianco: "Non intendo assumere cariche interne al Nuovo Centro Destra. Quella di governo è la mia missione esclusiva".


 "Potevamo temere da Renzi invasioni di campo sulle imprese, sui moderati ma lui - ha detto Alfano - ha fatto un discorso di sinistra sinistra, pro sindacati. Non ha avuto il coraggio che pensavamo avesse", ha spiegato il vicepremier. Che lancia una sfida al
Alfano ha affrontato i temi toccati da Renzi che possono avere ricadute sul governo, come la modifica della Bossi-Fini: "Questa è la sinistra nuova che coincide con la vecchia: frontiere aperte -ha detto il ministro dell'Interno-. Se poi mi si dice che il bambino nato in Italia diventa italiano sono pronto a dire, lavoriamo su uno 'ius soli' molto collegato al ciclo scolastico. Ma se questo significa aprire le frontiere e far entrare chi vuole siamo assolutamente contrari". No di Alfano alla proposta di 'civil partnership' lanciata da Renzi ("la famiglia non si tocca") e sul lavoro il fondantore dell'Ncd ha chiesto: "Renzi e il Pd ci stanno o no a smontare tutti i pezzi della Fornero che hanno reso difficile assumere?". Sulle tasse, Alfano ha detto: "Evviva, vogliono tassare la casa, noi continueremo a vincere". Sulla legge elettorale "noi abbiamo le idee chiare, prima si fa e meglio è", ha dichiarato sottolineando che "non c'è distanza con Renzi, noi siamo per un premio di maggioranza che consenta al vincitore di governare e mi fa piacere che invece dell'irritazione anti presidenzialista della sinistra lui dica che ci vuole un potere forte di chi guida il Paese". Il vicepremier ha escluso, infine, che sia vicina una crisi di governo: "Oggi comincia la partita. Renzi ha posto i suoi temi, che sono quelli di sinistra, noi porremo i nostri. Vediamo se Letta trova la sintesi".

Camera: volo di Stato in Sudafrica, Codacons denuncia Boldrini

Il Codacons ha inviato questa mattina un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti contro il Presidente della Camera, Laura Boldrini, per la vicenda del volo di Stato in Sudafrica sul quale ha viaggiato anche il suo compagno.



Per l'associazione - che già in passato denunciò Clemente Mastella e Silvio Berlusconi per fatti analoghi - ''non si comprende a che titolo la Boldrini abbia usufruito con il proprio compagno di un volo pagato dai cittadini e diretto ad un evento riservato a leader mondiali e capi di Stato, ed è necessario accertare se vi siano stati sperperi di risorse pubbliche a danno della collettività''.

Pd, Letta: "Uniti non ci batte nessuno"

"Dopo 8 mesi, siamo qui in una condizione in cui nostro il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia italiana''. Così il premier Enrico Letta (in tenuta informale con camicia, maglione blu, pantaloni sportivi verde militare e sneakers ai piedi) interviene all'assemblea del Pd a Milano.
Parlando dei forconi, Letta dice: "A chi liscia il pelo" alle proteste di questi giorni "ricordo chi sono i capi, gente che sta da un'altra parte rispetto ai valori che noi stiamo cercando di rendere forti in Italia, perché la battaglia all'antisemitismo è una delle più grosse da fare per andare avanti e che con Casa Pound noi non abbiamo niente a che fare".



"Da oggi dobbiamo lavorare, io e Matteo, perché si tolgano i retroscena su noi due. E' inutile che li scriviate, non ci saranno. Tutto avverrà in modo trasparente, qui e in futuro, perché dall'unità del partito dipende l'uscita dell'Italia dalla crisi. Uniti non ci batte nessuno". A sua volta Guglielmo Epifani salendo sul palco lancia un appello: "Il Pd deve professare un grande bisogno di lealtà reciproca e il rispetto del pluralismo interno". L'ex leader della Cgil chiama alla responsabilità tutti i democratici, evidenziando che il cambiamento e le riforme "o le facciamo noi, o non vedo nessuno in grado di farlo nel Paese". Prima che tutto abbia avuto inizio con le note dell'Inno di Mameli al centro congressi della Fiera di Milano, prima l'uno poi l'altro, lo stato maggiore del Pd ha fatto il suo ingresso. Epifani soffermandosi con i giornalisti aveva detto sollecitato da chi gli chiedeva del rapporto Renzi-Letta: "Un po' di competizione nelle democrazie fa bene" ma "penso che noi sapremo restare uniti". Renzi "ha avuto un mandato politico fortissimo, è un uomo di un'altra generazione per cui è chiaro - ha spiegato Epifani - che siamo di fronte ad una svolta generazionale, ma non penso ci sia una svolta nei valori". Tra i primi ad arrivare all'assemblea Gianni Cuperlo che in assemblea è stato eletto poi presidente del Pd a larghissima maggioranza. Prima aveva assicurato ai giornalisti: "Se dovessi prendere atto" che la carica di presidente del partito "non è compatibile" con le idee e il progetto politico portato avanti fin qui, "non avrei mezzo secondo di dubbio a lasciare questo ruolo". Ora, ha esortato, "dobbiamo entrare tutti insieme in una nuova fase e provare a toglierci le casacche indossate fin qui, per capire se siamo in grado di indossarne una nuova". Dobbiamo essere "disponibili a stare in campo in modo unitario" difendendo le istituzioni. Pippo Civati, uscito sconfitto alle primarie, non ha dubbi, "oggi nasce un nuovo Pd", e si dice pronto a "lavorare e confrontarsi insieme a Renzi". Un discorso quello del neo segretario che giudica "molto renziano". "Invece che lanciare la sfida da western a Grillo avrei parlato della legge elettorale che propone il Pd - sostiene Civati - e avrei fatto un discorso diverso rispetto all'abolizione totale del finanziamento pubblico". Temi questi che rischiano di essere "strappi demagogici". E sul rapporto Letta-Renzi prima una battuta: "spero non sia una gara a chi fa un tweet più presto". Poi ha assicura: "Renzi e Letta sono più vicini di quanto non si pensi". Secondo Massimo D'Alema (seduto in prima fila nella sala dell'assemblea alla Fiera di Milano), Renzi ha fatto "un buon discorso". "Considerati i dissensi di partenza - aggiunge D'Alema - mi è sembrato un tentativo di indicare una piattaforma di confronto aperta. La mia è una valutazione positiva". Quella di oggi è "una bella giornata, con un clima positivo. Il dato che viene fuori è la responsabilità del Partito Democratico, che è centrale nel sistema politico italiano", commenta a ruota Pier Luigi Bersani. E per Rosy Bindi "chi vince in maniera così forte e così chiara più di altri ha la responsabilità di tenere unito il partito e chi dall'altra parte constata di avere un consenso non troppo forte forse fa bene a non provocare divisioni". Sulle primarie "sono contenta che il risultato sia stato chiaro, dopo sarò contenta quando vedrò gli effetti del cambiamento". A chi le chiede come si sente tra Enrico Letta e Matteo Renzi, replica: "Mi sento nel Pd. Un po' di competizione fa bene, basta che non esagerino. Tutto lì". Nel corso dell'assemblea è stato anche eletto Francesco Bonifazi tesoriere del Pd.

sabato 14 dicembre 2013

Giachetti: «Basta sciopero fame Legge elettorale ora si può fare»

Con l'assegnazione della legge elettorale alla Camera, sono finiti «i giochetti alla Quagliariello». Roberto Giachetti, che oggi ha posto fine allo sciopero della fame iniziato il 7 ottobre scorso proprio per chiedere lo spostamento dalla riforma dal senato alla Camera, sottolinea in conferenza stampa assieme al segretario Matteo Renzi che «i ricatti e gli alibi, così come le minacce di crisi di governo sono armi spuntate» perché «i numeri per approvare la legge elettorale ci sono».

E non è un ostacolo alla legge elettorale, il percorso parallelo delle riforme istituzionali: «Una volta approvata la legge elettorale sarà un gioco da ragazzi» adattarla al nuovo assetto istituzionale, «con il Senato trasformato in camera degli enti locali».


Dai tentativi di isolamento alla vittoria di vedere finalmente la legge elettorale assegnata alla Camera. Roberto Giachetti pone fine, almeno per il momento allo sciopero della fame, e coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Sono orgoglioso e onorato di avere la possibilità di fare una conferenza stampa nella sede del mio partito, alla presenza del mio segretario», ha premesso Giachetti dopo aver abbracciato Matteo Renzi al Nazareno.

«Qualcuno ha capito finalmente che la mia era una iniziativa per il mio partito e per il mio Paese. Una parte dei miei dirigenti mi ha insultato, denigrato. Mi hanno detto che ero il braccio armato di Renzi per fare cadere il governo. Ma ho anche percepito, da subito, che il popolo italiano era invece d'accordo per cambiare il sistema elettorale».

Il vice-presidente della Camera si dice pronto a riprendere lo sciopero se lo stallo dovesse riprodursi. Durante una conferenza stampa alla quale partecipa, da spettatore, anche il segretario Pd Matteo Renzi, Giachetti spiega: «Non vi è dubbio che è grazie all'attuale segretario del partito che questo disegno (di tornare al proporzionale sfruttando la sentenza della Consulta, ndr) è saltato. Il passaggio alla Camera consente di superare qualunque ricatto e qualunque alibi: se qualcuno pensa che attraverso il ricatto il parlamento possa restare bloccato, questa volta si sbaglia perché alla Camera i numeri per superare una legge ci sarebbero comunque». «Ho fatto uno sciopero della fame - aggiunge - per lanciare un grido di allarme all'intera classe dirigente. Non ho mangiato per circa 200 giorni, 68 questa volta e 127 l'anno scorso: diversamente non mi sarei sentito a posto con la mia coscienza».

Scontri a Torino e Venezia. Studenti e centri sociali contro la polizia

Scontri contemporaneamente sia a Venezia che a Torino. Nel primo caso fra forze di polizia e giovani dei centri sociali in Piazzale Roma a Venezia, dove erano in programma due manifestazioni contrapposte, una delle realtà antagoniste, l'altra di Forza Nuova. La polizia ha reagito al lancio di fumogeni e bombe carta con alcune cariche ed il lancio di lacrimogeni. Il ponte di Calatrava è stato chiuso al transito. Il gruppo dei centri sociali era formato da circa 250 persone, alcune con caschi in testa e con grossi scudi di protezione, per cercare di forzare il blocco di polizia e carabinieri alla base del ponte. I dimostranti intendevano avanzare verso l'area della stazione ferroviaria, interdetta dalla Questura.


Gli studenti a Torino invece sono partiti con in testa lo slogan "Cota rimborsaci", riferendosi allo scandalo dei rimborsi facili ai gruppi consigliari, che ha travolto la regione piemonte con 43 indagati, compreso lo stesso governatore piemontese Cota. Sulla piazza è sopraggiunto l'ambulanza. Al momento risultato 2 feriti e qualche contuso. Mentre gli arresti sarebbero 4. Le colonne del palazzo della regione sono tempestate di vernice così come la pavimentazione sottostante della pizza.

Gli studenti avevano iniziato a tirare uova di vernice, prima che la situazione degenerasse. E infatti quattro persone sono state fermate per il lancio di vernice contro le forze dell'ordine e il palazzo della Regione Piemonte. Secondo quanto riferiscono
i manifestanti due ragazze si sono rotte alcune dita e un altro paio di giovani hanno riportato qualche contusione. Due contusi anche tra gli agenti del reparto mobile che erano in piazza Castello. Anche il segretario provinciale di Prc di Torino, Ezio Locatelli, ha "stigmatizzato" l'intervento delle forze dell'ordine in piazza Castello: "C'è stata una reazione sproporzionata delle forze dell'ordine. Quella carica non era necessaria. Ora un nostro iscritto è al pronto soccorso con le dita di una mano rotte".

sabato 7 dicembre 2013

Alfano sul palco ''Puntiamo allo scudetto'' e spunta una scatola di farmaci "Ncdina"

"Guardiamoci attorno. Siamo già un movimento politico per i moderati. Un movimento di milioni di italiani che sono pronti a votarci". Lo ha detto Angelino Alfano dal palco degli studios per la prima convention di Ncd. Un grande applauso saluta l'arrivo di Angelino Alfano al capannone centrale degli 'Studios' per il lancio ufficiale del Nuovo centrodestra.



Sul palco Maurizio Lupi si improvvisa 'presentatore'. Con il microfono in mano il ministro dei Trasporti 'coordina i lavori' e assicura: "Qui è pieno come un uovo... siamo molti, molti di più di quanto ci immaginavamo. C'è tantissima gente al punto che fuori sono rimaste oltre cinquemila persone". Poi chiama la platea a gridare la frase: "Perché noi siamo il nuovo centrodestra...". Lupi annuncia poi che "l'assemblea costituente del Nuovo centrodestra si terrà nel marzo 2014". E fino a quella data il primo impegno importante del partito "è costituito dal lancio di migliaia di circoli in tutta Italia". Sul maxischermo allestito sul palco principale viene lanciato alla platea l'invito a costituire i circoli del Nuovo centrodestra con lo slogan: 'i circoli siete voi'. Ogni presidente di circolo, puntualizza Lupi, avrà diritto di voto all'assemblea costituente. Sul palco degli Studios si alternano i protagonisti. Renato Schifani, presidente del comitato promotore Ncd, sottolinea: "Noi facciamo la politica con la consapevolezza che il nostro avversario non è un nemico. Per noi la politica non è attaccare tutte le istituzioni. Stiamo facendo il bene del Paese, non potevamo andare al buio. Per me è stata una scelta forte, ma resterò coerente con il mio principio e cioè con una giustizia giusta e una burocrazia più snella. Siamo tutti una squadra". Nel suo intervento, tra emozione ed entusiasmo, Rosanna Scopelliti riserva un ironico colpo di teatro e tira fuori una scatola da farmaco la 'Ncdina', ovviamente con i colori della formazione guidata da Alfano. La medicina giusta per il Paese, sottolinea la giovane deputata. Ma non manca la stoccata al segretario: ''La prossima volta, Angelino, le primarie anche per il simbolo, mi raccomando...''. In sala riecheggiano le note di musica pop italiana e straniera, in particolare c'è 'Cosa resterà' di Raf. La scenografia è semplice, prevalgono i colori del blu e bianco. La convention si apre con un video che riprende i protagonisti del nuovo movimento; mentre un altro video omaggia la figura di Nelson Mandela dopo che Lupi ha invitato la platea a cantare 'Fratelli d'Italia' sulle note dell'Inno di Mameli.

Il popolo di Forza Italia a Renzi: "Matteo vieni con noi e fai cadere il governo"

Una decina di sostenitori di Forza Italia sta aspettando il candidato segretario del Pd Matteo Renzi per invitarlo a far cadere il governo. "Matteo, vieni con noi e fai una pernacchia a D'Alema e alla Bindi e vota alle controprimarie", recita uno dei cartelli che il piccolo gruppo di sostenitori di Forza Italia espone.
 

Il piccolo presidio di sostenitori di Forza Italia è stato allestito all'ingresso dello spazio Calabiana a Milano, dove il sindaco di Firenze chiude la sua campagna elettorale per le primarie del Pd di domenica.

Grillo: "Fermate all'ingresso i 150 'abusivi' in Parlamento"

"In Parlamento siedono 150 abusivi eletti grazie al premio di maggioranza del Porcellum". E' il nuovo attacco del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. "Gi abusivi sono di Pd, Sel, Centro democratico e Svp. La loro elezione non è mai stata convalidata e, in seguito alla pronuncia della Consulta che dichiara incostituzionale il premio di maggioranza, non può più esserlo.



Questi signori non devono più entrare in Parlamento: non hanno alcuna legittimità popolare né istituzionale. Devono essere fermati all'ingresso di Montecitorio. Senza di loro il governo di Capitan Findus Letta e di Napolitano non esiste più. Bisogna andare al voto al più presto".

martedì 3 dicembre 2013

Vauro contro Travaglio ‘grillino’ senza se e senza ma

Marco Travaglio  adesso si scontra pure contro gli amici come Vauro Senesi. A far scoppiare la guerra tutta interna tra le mura del Fatto Quotidiano è il "Vaffa day" di domenica scorsa del Movimento Cinque Stelle a Genova.




Dal palco Grillo ha pronunciato una frase che ha fatto ricordare l'inquilino di palazzo Venezia degli anni trenta: "Vincere e vinceremo". ha affermato Beppe. Apriti cielo. La citazione di Mussolini ha fatto saltare il banco. Vauro ha prima scritto a Dario Fo dicendogli che "non può stare con chi usa un linguaggio fascista", poi  ha messo nel mirino proprio Marco Travaglio.

In una vignetta Vauro raffigura se stesso con le orecchie d'asino e afferma: "Però Grillo ha detto proprio 'dobbiamo vincere e vinceremo' come Mussolini".

Dall'altro lato risponde Travaglio: "Scherzava dai…". E ribatte il Vauro-asino: "Ok scherzava. Marco ora mi posso togliere il cappello da ciucco?". Insomma il flirt tra Marco e Beppe non va giù agli amici del Fatto.

Già Santoro qualche settimana aveva richiamato Travaglio: "Non puoi difendere Grillo qualunque cosa dica".

Porcellum, Consulta frena. Grillo: "Popolo conta di più dei giudici"

La Corte Costituzionale sembra prendere tempo sulla ammissibilità di un referendum che modifichi la attuale legge elettorale, il "Porcellum". Secondo indiscrezioni, i giudici potrebbero spostare la decisione sulla ammissibilità alla prossima camera di consiglio prevista per il 14 gennaio.


 Secono Aldo Bozzi, l'avvocato promotore della azione contro il "Porcellum", la legge attuale è responsabile di una "reiterata lesione del diritto di voto". "L'esercizio di voto non è libero - ha detto oggi Bozzi durante l'udienza pubblica - ed è condizionato e compresso da questa legge elettorale". Intanto Beppe Grillo attacca la Corte, dicendo che "Il popolo conta più di 15 persone dell'età media di 75 anni".